INZAGHI, Il giocatore della settimana
Finalmente un bel Milan e finalmente la difficoltà di designare il giocatore della settimana dipende dalle tante buone prestazioni individuali e non dall'esatto contrario, ovvero scegliere il "meno peggio"; a livello di pura prestazione avrei dovuto nominare Kakà, una spanna sopra tutti per alcune giocate da vero Pallone d'Oro, ma ritengo che l'esibizione più significativa e apprezzata a livello "emotivo" sia stata quella di Pippo Inzaghi e non solo per la doppietta decisiva per il risultato. SuperPippo aveva recuperato dall'ennesimo infortunio di una stagione balorda, ma non aveva i novanta minuti nelle gambe e doveva in teoria giocare solo parte dell'incontro, partendo da titolare o subentrando dalla panchina; all'immediata vigilia della partita, però, Ancelotti si è improvvisamente ritrovato senza punte, perchè Gilardino non è stato neppure convocato e Pato ha dovuto arrendersi all'ultimo momento per problemi muscolari; il mister ha dovuto "precettare" Inzaghi e chiedergli un sacrificio e lui ha risposto volentieri "Obbedisco!", anche perchè aveva una gran voglia di giocare e di essere finalmente incisivo anche in campionato, dopo tanti decisivi gol nelle coppe. Chi l'ha visto allenarsi in settimana a Milanello racconta di un Inzaghi determinato, desideroso di essere utile alla causa rossonera in un momento di difficoltà e con la voglia di "spaccare il mondo"; questa feroce determinazione è stata messa in campo contro il Cagliari e, ancora una volta, la scarica di adrenalina di SuperPippo ha contribuito a dare la scossa a tutta la squadra, che ha ripreso la retta via dopo un periodo molto difficile. Due gol, uno di testa dopo essere stato dimenticato dalla difesa avversaria (errore che non devi assolutamente commettere con un tipetto come lui) e uno scattando sul filo del fuorigioco, dribblando il portiere, recuperando l'equilibrio dopo essere scivolato a terra e appoggiando il pallone in rete da posizione non facile; in avvio questa rete ha ricordato molto il secondo gol nella finale di Atene, ma poi SuperPippo si è complicato la vita scivolando a terra, ma è riuscito con caparbietà a recuperare e segnare ugualmente; questo è Pippo Inzaghi che gioca per il gol, vive per il gol, lo cerca con tutto se stesso e vede la porta come nessun altro. Anche lui, come Kakà, dopo aver segnato e aver ricevuto l'abbraccio dei compagni, è corso verso Ancelotti per una dedica significativa e ciò dimostra che il gruppo è unito come non mai, che c'è stima e affetto reciproco fra tutti quelli che in questi anni hanno vissuto tante avventure insieme, hanno vinto parecchio e vorrebbero continuare a farlo. Gli infortuni di Favalli, Gattuso e Pirlo hanno costretto Ancelotti a scelte forzate per le sostituzioni e Pippo ha dovuto rimanere in campo per tutti i novanta minuti. Inzaghi non si è risparmiato e ha corso come un indemoniato fino alla fine: lo abbiamo visto spesso stremato e piegato in due con le mani sui fianchi dopo l'ennesimo scatto, poi gli sono venuti addirittura i crampi, ma non ha voluto mollare, così come i suoi compagni. SuperPippo incarna alla perfezione lo spirito Milan che ha portato i rossoneri a vincere tutto ciò che una squadra può vincere in soli cinque anni: fame di successi, voglia di mettersi continuamente in discussione nonostante i tanti trionfi, desiderio di aggiornare le statistiche e aggiungere gol a gol, vittoria a vittoria, piuttosto che vivere sugli allori e crogiolarsi ripensando al passato glorioso. Il segreto di questo Milan è sempre stato quello di archiviare subito i successi il giorno dopo averli conseguiti e anche in questo Inzaghi è perfettamente in sintonia con il pensiero generale: è l'unico giocatore al mondo ad aver segnato in tutte le competizioni che un professionista può disputare con la maglia di un club e della Nazionale, è il recordman in fatto di gol nelle coppe europee ma, nonostante tutto, soffriva il fatto di aver segnato molto poco nelle ultime stagioni in campionato (l'ultima doppietta risaliva addirittura a due anni fa) e aveva ancora una gran voglia di rimettersi in discussione e dare il suo contributo, perchè la sua squadra è in difficoltà e fatica a raggiungere il prezioso traguardo del quarto posto che vale la Champions League, quella Champions League che ha dato grandi soddisfazioni a Inzaghi e a tutto il Milan e senza la quale la prossima stagione sarebbe molto più triste e deprimente. L'ultima vittoria del Milan in casa era siglata Inzaghi ed è stata la sua doppietta a far ritornare al successo i rossoneri
Finalmente un bel Milan e finalmente la difficoltà di designare il giocatore della settimana dipende dalle tante buone prestazioni individuali e non dall'esatto contrario, ovvero scegliere il "meno peggio"; a livello di pura prestazione avrei dovuto nominare Kakà, una spanna sopra tutti per alcune giocate da vero Pallone d'Oro, ma ritengo che l'esibizione più significativa e apprezzata a livello "emotivo" sia stata quella di Pippo Inzaghi e non solo per la doppietta decisiva per il risultato. SuperPippo aveva recuperato dall'ennesimo infortunio di una stagione balorda, ma non aveva i novanta minuti nelle gambe e doveva in teoria giocare solo parte dell'incontro, partendo da titolare o subentrando dalla panchina; all'immediata vigilia della partita, però, Ancelotti si è improvvisamente ritrovato senza punte, perchè Gilardino non è stato neppure convocato e Pato ha dovuto arrendersi all'ultimo momento per problemi muscolari; il mister ha dovuto "precettare" Inzaghi e chiedergli un sacrificio e lui ha risposto volentieri "Obbedisco!", anche perchè aveva una gran voglia di giocare e di essere finalmente incisivo anche in campionato, dopo tanti decisivi gol nelle coppe. Chi l'ha visto allenarsi in settimana a Milanello racconta di un Inzaghi determinato, desideroso di essere utile alla causa rossonera in un momento di difficoltà e con la voglia di "spaccare il mondo"; questa feroce determinazione è stata messa in campo contro il Cagliari e, ancora una volta, la scarica di adrenalina di SuperPippo ha contribuito a dare la scossa a tutta la squadra, che ha ripreso la retta via dopo un periodo molto difficile. Due gol, uno di testa dopo essere stato dimenticato dalla difesa avversaria (errore che non devi assolutamente commettere con un tipetto come lui) e uno scattando sul filo del fuorigioco, dribblando il portiere, recuperando l'equilibrio dopo essere scivolato a terra e appoggiando il pallone in rete da posizione non facile; in avvio questa rete ha ricordato molto il secondo gol nella finale di Atene, ma poi SuperPippo si è complicato la vita scivolando a terra, ma è riuscito con caparbietà a recuperare e segnare ugualmente; questo è Pippo Inzaghi che gioca per il gol, vive per il gol, lo cerca con tutto se stesso e vede la porta come nessun altro. Anche lui, come Kakà, dopo aver segnato e aver ricevuto l'abbraccio dei compagni, è corso verso Ancelotti per una dedica significativa e ciò dimostra che il gruppo è unito come non mai, che c'è stima e affetto reciproco fra tutti quelli che in questi anni hanno vissuto tante avventure insieme, hanno vinto parecchio e vorrebbero continuare a farlo. Gli infortuni di Favalli, Gattuso e Pirlo hanno costretto Ancelotti a scelte forzate per le sostituzioni e Pippo ha dovuto rimanere in campo per tutti i novanta minuti. Inzaghi non si è risparmiato e ha corso come un indemoniato fino alla fine: lo abbiamo visto spesso stremato e piegato in due con le mani sui fianchi dopo l'ennesimo scatto, poi gli sono venuti addirittura i crampi, ma non ha voluto mollare, così come i suoi compagni. SuperPippo incarna alla perfezione lo spirito Milan che ha portato i rossoneri a vincere tutto ciò che una squadra può vincere in soli cinque anni: fame di successi, voglia di mettersi continuamente in discussione nonostante i tanti trionfi, desiderio di aggiornare le statistiche e aggiungere gol a gol, vittoria a vittoria, piuttosto che vivere sugli allori e crogiolarsi ripensando al passato glorioso. Il segreto di questo Milan è sempre stato quello di archiviare subito i successi il giorno dopo averli conseguiti e anche in questo Inzaghi è perfettamente in sintonia con il pensiero generale: è l'unico giocatore al mondo ad aver segnato in tutte le competizioni che un professionista può disputare con la maglia di un club e della Nazionale, è il recordman in fatto di gol nelle coppe europee ma, nonostante tutto, soffriva il fatto di aver segnato molto poco nelle ultime stagioni in campionato (l'ultima doppietta risaliva addirittura a due anni fa) e aveva ancora una gran voglia di rimettersi in discussione e dare il suo contributo, perchè la sua squadra è in difficoltà e fatica a raggiungere il prezioso traguardo del quarto posto che vale la Champions League, quella Champions League che ha dato grandi soddisfazioni a Inzaghi e a tutto il Milan e senza la quale la prossima stagione sarebbe molto più triste e deprimente. L'ultima vittoria del Milan in casa era siglata Inzaghi ed è stata la sua doppietta a far ritornare al successo i rossoneri










